domingo, 10 de mayo de 2009

FORESIGHT BIO -TECNOLOGICO: MFC- Microbe Fuel Cells.





Paolo Manzelli pmanzelli@gmail.com www.edscuola.it/lre.html ; http://www.egocreanet.it/












Il passaggio tra una società industriale alla società della conoscenza (Knowledge Based Bio-Economy) comporta lo sviluppo di strategie capaci di superare la inefficienza delle concezioni meccaniche che hanno indotto a trascurare la poca efficienza della combustione, e quindi hanno condotto a creare metodologie inquinanti di utilizzazione della energia come calore. La energia in tutta la cultura meccanica occidentale è stata preferenzialmente considerata come derivante dal Fuoco, come si ricorda dalla leggenda di Prometeo. La concettualità scientifica sviluppata dalla scienza meccanica in epoca industriale ha pertanto creato la nostra dipendenza da le sostanze che bruciando producono calore e che quindi generano energia, ma contemporaneamente producono inquinamento dell' aria dell' acqua e del suolo della terra . Lo sviluppo industriale basato sulle conoscenze “meccaniche” determina oggi forti dis-economie di scala proprio in quanto il sistema di sviluppo industriale sta diventando con tutta evidenza insostenibile essendo deleterio per la stessa vita dell' uomo sul pianeta.
• Pertanto inizia l' epoca Post GENOMICA che va oltre l' immaginario di Prometeo ( Beyond
Prometeus ERA . European - Research Area of no-thermal energy usage) la quale è basata
sullo sviluppo delle scienze della vita e piu in generale sulla ricerca di produzioni di energia non
derivanti dal calore ma direttamente dal sole dal vento dalle acque e dalla terra.
• In questo contesto di superamento del Paradigma di Prometeo, si collocano anche le ricerche e le applicazioni delle BIO-FUEL CELLS (BFC) che ricavano elettricità da terreni o fanghi contenenti acqua e batteri tra i quali esistono speciali ceppi “elettrogenici”.
• Infatti si può ottenere energia elettrica dalla energia biochimica dei batteri esistenti nell' humus del suolo, senza passare attraverso la energia termica, proprio in quanto il calore è energia degradata,in quanto solo in grandi quantità è convertibile con una efficienza bassa ( meno del 40% calcolabile teoricamente dal Ciclo di Carnot) in atre forme di energia meccanica o elettrica con enorme spreco energetico e grande generazione di inquinanti.


E' quindi oggi possibile costruire apposite celle a combustibile microbiche , che utilizzano batteri selezionati “elettrogenici” , normalmente capaci di agire in condizioni anaerobiche, migliorando il rendimento delle sperimentazioni fatte direttamente sul terreno , in modo che le BFC possano utilizzare vari materiali organici ( fogliame, erba, carta, fieno letame, ed molti altri materiali organici di scarto ) che quel particolare ceppo di batteri selezionati, riesce a degradare, liberando elettroni che possono entrare nel circuito elettrico producendo corrente.· Infatti quando i microbi respirano in condizioni di carenza di ossigeno (respirazione anaerobica) , estraggono elettroni dalla fermentazione di materiali organici e quindi questi possono trasferirli ad elettrodi di metallo o di altri elementi , producendo bio-elettricita’ .· Ho iniziato ad interessarmi delle BFC per l' Africa, per una collaborazione con il CENTRO IDEE del BENIN ( 23-27-Aprile/2009) , pensando ad una semplice possibilita' di illuminazione della capanne esistenti ancora in vaste aree dell' Africa.· Di ritorno dall' Africa ho partecipato al Convegno sulla “Bio-elettricita microbica” ( del 08 Maggio 09 al Polo Scientifico di Sesto F.NO, i cui atti possono essere richiesti al prof Renato Fani , mailto:r_fani@dbag.unifi.it dove varie relazioni hanno delineato lo stato dell' arte sulla bio-conversione in elettricita' facendo il punto sulle possibilita di sviluppo delle BIO-FUEL CELLS per ottenere fonti alternative di energia , mentre ceppi selezionati di batteri purificano per digestione degli inquinanti organici le acque reflue degli scarichi cittadini.· Lo studio delle migliori configurazioni delle Celle a BIO-FUEL e' assai recente, pertanto tali studi si accentrano oggigiorno tra lo studio delle bio- e delle nano tecnologie . Infatti con le nanotecnologie si evitano dispersioni della energia prodotta, e si riesce meglio a concentrarla e contenerla in celle sempre piu' miniaturizzate da renderle in un futuro prossimo sistemi facilmente commercializzabili.-

Biblio On Line -

(1)Beyond prometeus management:
http://www.edscuola.it/archivio/lre/BEYOND_PROMETHEUS_MANAGEMENT.pdf

(2) Microbial Fuel Cells : http://www.microbialfuelcell.org/www/

(3) Bacteria Powered Fuel Cells: http://www.nature.com/nature/journal/v454/n7207/full/454943a.html

(4) Bio-FUEL Cells for an African Project : http://www.genitronsviluppo.com/2008/10/13/celle-a-combustibile-microbiche-rifiuti-letame-e-cellulosa-per-produrre-lenergia-elettrica-del-futuro-le-nuove-ricerche-alla-scoperta-delle-prossime-fonti-bioenergetiche-sostenibili/ ; http://www.lebone.org/

(5) Batteri Elettrogenici:
http://62.77.55.137/site/Scuola/nellascuola/area_biologia/archivio/energia/3.htm

Paolo Manzelli 09/maggio/ 09 Firenze

Anche in:
http://www.descrittiva.it/calip/dna/NOTE-BIO_FUEL.pdf
http://science-design.blogspot.com/
















domingo, 3 de mayo de 2009

PREMIO AGAPE 2009

PREMIO AL PROF. PAOLO MANZELLI PER LA DIVULGANZIONE SCIENTIFICA
Conferenza di :Paolo Manzelli
- Direttore del Laboratorio Di Ricerca Educativa, del Dipartimetno di Chimica-Fisica della Universita'
di Firenze , Presidente della Associazione Telematica EGOCREANET // ON-NS&A -
pmanzelli@gmail.com ; http://www.egocreanet.it/;


- Creativita ' ed Innovazione : “Ottiche nuove per lo sviluppo dell'immaginario scientifico contemporaneo".


− Premessa : considerazioni tra Passato e Futuro della Scienza.
− Per quanto sia evidente che non ha futuro chi non possiede un passato la cui memoria e' decisiva per formare l' identita di ogni individuo, tuttavia e' importante capire che, oggi trovandoci nel contesto di un decisivo mutamento delle condizioni di sviluppo globale della piu' recente storia dell' uomo, dobbiamo riflettere su come sia divenuto necessario l' evitare di divenire dipendenti da forme di pensiero ereditate dal passato.
− Pertanto la divulgazione e la disseminazione di conoscenze oggigiorno assume il compito di orientare i giovani nel generare conoscenze innovative il cui profilo favorisca una formazione adeguata alla costruzione del loro futuro.
− Richard Feynmann premio Nobel per la Fisica (1965) asseri' che :"Una più grande conoscenza porta sempre con sé un più profondo e meraviglioso mistero “ ; quindi se nell' elaborare i profili di divulgazione scientifica non sappiamo cogliere la interazione evolutiva tra “scienza e mistero”, allora l' azione formativa resta tesa a riprodurre antiquate modalita' di pensiero, trasformandosi in un forte condizionamento identitario, che putroppo rende dissociate dallo sviluppo contemporaneo le capacita di pensare dei giovani.
− Infatti le conoscenze quando hanno superato i limiti delle loro validita' storica, invece di agire in favore dei una evoluzione flessibile della identita' , pongono un limite alle possibilita' di sviluppo della creativita' e dell' immaginario scientifico dei giovani e giovanissimi, traducendosi con il passare del tempo in elementi di declino dello sviluppo economico e sociale.
− Sin dagli inizi del nuovo millennio ci siamo resi conto che il “modello di sviluppo della produzione di macchine” era entrato in saturazione ed inoltre che l' inquinamento prodotto dalle macchine ha iniziato a incidere sistematicamente sulla vita del nostro pianeta fino a determinare un degrado ecologico irreversibile che incide pesantemente anche sulla salute dell' uomo. Pertanto ogni soluzione innovativa nell' ambito delle divulgazione scientifica, necessita di favorire il superamento delle conoscenze “meccaniche” acquisite durante tutta l' epoca industriale le quali hanno preferenzialmente incentivato una economia basata sulla produzione di motori di ogni tipo e grandezza. Viceversa una attivita divulgativa in favore dello sviluppo delle “scienze della vita” puo essere orientata in modo da produrre quel cambiamento di mentalita che si e' reso storicamente necessario per dare sviluppo alle conoscenze basate sulla bio-economia (KBBE = Knowledge Based Bio-Economy), come di fatto richiede l' Unione Europea, al fine di sostenere ricerca e l' innovazione scientifica e sociale contemporanea.
− In questo contesto pertanto e necessario agire per il cambiamento del consueto “rapporto scienzasocietà” cosi come e' stato impostato nell' epoca industriale. Di conseguenza anche il ruolo della divulgazione scientifica , oggi non e' piu solo quello di trasmettere i risultati della scienza con un linguaggio piu' comprensibile, poiche ' invece una impegnativa disseminazione scientifica si focalizza nell' impegno di rendere evidenti i limiti della acquisizione delle conoscenze “meccaniche” precedentemente acquisite , proprio al fine sbloccare l' immaginario scientifico delle giovani generazioni ed allo scopo di attivare una strategia di condivisione critica e costruttiva sul sapere pregresso, orientata a favorire la creativita' delle nuove generazioni, verso la costruzione di nuovo scenario cognitivo, piu' consono allo sviluppo dello sviluppo delle “scienze della vita” e quindi per addivenire ad una visione sociale migliore dello sviluppo umano.
− Pertanto i criteri innovativi della divulgazione scientifica, durante l' attuale periodo di “transizione tra l' epoca industriale e la futura societa della conoscenza” , sono orientati nella direzione di facilitare il decollo di una nuova immagine complessiva della realtà, in modo da promuovere e facilitare il superamento il “riduzionismo meccanicista” della vecchia concezione delle scienza.
− Bisogna comunque sottolineare le strategie di divulgazione scientifica contemporanee non pongono in contrapposizione il dilemma tra l' essere “antiquati o futuristi” nell' apprendimento della scienza; cio' proprio in quanto lo sviluppo cerebrale che favorisce la creazione delle idee, trova naturale l' assunzione di un andamento di rielaborazione cognitiva, che tende a svolgersi attraverso una ciclicita' di riferimenti tra vecchie e nuove modalita di pensiero, aprendosi gradualmente alle piu' “coscienti forme di creativita' e di innovazione”.
− Pertanto nel quadro delle attivita' di divulgazione della scienza contemporanea, si recuperano e rilanciano nuove idee anche in seguito alla attenta rilettura del piu' antico passato, nel quale in vero l' intuizione umana e' stata meno riduzionista e fautrice di una mentalita' piu' aperta all' osservazione della natura, se confrontata a quella dei paradigmi cognitivi succeduti nella storia dello sviluppo storico delle conoscenze. Pertanto l' atteggiamento valutativo associato all' apprendimento di nuove cognizioni, non puo' divenire quello di disprezzare le vecchie conoscenze unicamente perché sono divenute obsolete, né quello di abbracciare incondizionatamente un’idea potenzialmente risolutiva di determinate problematiche solo perché è originale e nuova . Infatti come ci ha insegnato il grande Galileo Galilei, la nuova scienza nasce pur sempre dal dubbio, che induce la mente verso il superamento delle contraddizioni che emergono dal confronto tra concettualita' diverse, ed e' con tale metodologia di pensiero che la divulgazione scientifica oggi affronta i problemi di riflessione sulla scienza.
− La scienza, guidata da una saggia riflessione divulgativa, pertanto conduce verso quella effettiva condivisione di nuove cognizioni trans-disciplinari, la quale diviene la grande forza liberatrice di ogni precedente mentalita' ristretta ed offuscata da riduttivi riferimenti “meccanici”, che oggigiorno con i nuovi criteri di divulgazione e disseminazione scientifica vogliamo proporci di superare.
- 2009 ANNO della CREATIVITA e della INNOVAZIONE
− Oggigiono a sostegno del cambiamento delle linee di ricerca e sviluppo il Parlamento Europeo ha proclamato il 2009 "Anno europeo della creatività e dell'innovazione" perseguendo la necessità di rafforzare le capacità di sviluppo della società della conoscenza.
− Pertanto sulla base delle precedenti premesse e nel contesto di sviluppo contemporaneo della societa della conoscenza, la Associazione di Ricerca EGOCREANET//Open Network for new Science & Art di cui sono Fondatore e Presidente, ha ritenuto importante realizzare tutta una serie di attivita' finalizzate a delineare le strategie di cambiamento cognitivo, associate al superamento dell'attuale declino della Societa Industriale, orientando la propria “divulgazione on-line” nella direzione di favorire la disseminazione di nuove opportunita' cognitive per lo sviluppo della futura societa della conoscenza.
− I punti salienti di tale attivita' di promozione cognitiva, indirizzati ad evitare la diffusa incomprensione sociale della ricerca scientifica causata dalla l’estrema parcellizzazione specialistica delle discipline scientifiche, sono essenzialmente i seguenti che per ragioni di tempo sono costretto a schematizzare.
a) La percezione visiva.
Il decollo di una nuova immagine complessiva della realtà capace di superare il “riduzionismo
meccanicista” della vecchia concezione delle scienza, inizia con i contributi innovativi della moderna ricerca di neurologia funzionale sul tema della “percezione visiva”, che propone un netto cambiamento della ingenua concezione che equipara l' occhio ad una macchina fotografica. L' occhio riceve solo dei dati di informazione come stimolazione percettiva, mentre e' il cervello che trasforma tali dati in percezione visiva in immagini, decodificando i dati bioelettrici provenienti dalla retina e ri-codificandoli in visioni significativamente intellegibili.
− La consapevolezza di questa distinzione tra una vecchia interpretazione meccanica della percezione visiva e la conoscenza della complessa elaborazione neuronale che ci permette di vedere, comporta un profondo cambiamento di atteggiamento mentale sui criteri di oggettivita', e cio' e' decisamente importante nella attuale societa della informazione, per poter delineare nuovi criteri di distinzione tra “reale e virtuale” , e tra “beni tangibili ed intangibili” , e quindi di come sia da valorizzare il valore delle conoscenze innovative e della creativita' in rapporto alla valutazione dei beni materiali.
- Tale distinzione apre pertanto nuovi orizzonti nel processi conoscitivi sociali che riguardano tutto cio' che e' invisibile ed ad occhio nudo. Infatti le moderne attivita' di ricerca su le “nano- e le bio-tecnologie” permetteranno nuove modalita' di sviluppo produttivo e sociale della futura societa della conoscenza, lavorano nel campo di cio' che e' invisibile alla percezione diretta. Pertanto e' evidente che il mantenimento della la vecchia concezione della percezione oculare, indirettamente conduce a generare “gap” di incomprensione sociale in proposito delle effettive potenzialita' di sviluppo socio-economico della ricerca contemporanea. Purtroppo tale carenza di realizzazione di un ponte di condivisione di conoscenza tra “Scienza e Societa” a riguardo delle nuove tecnologie nano-tech. e bio-tech., genera evidenti problemi che incidono attualmente sulle effettive possibilita' di trasferimento tecnologico tra ricerca ed impresa e quindi, di conseguenza, si riversano direttamente anche sulle difficolta' di trovare lavoro per laureati; cio avverra' fin quando il sistema produttivo permarra' basato sulla vecchia industrializzazione meccanica, normalmente svolta in relazione alle modalita di lavoro manuale, non sono piu corrispondenti alla attuale formazione intellettuale dei giovani.
b) Alimentazione di Qualita' e Nutrizione
Un altra equivalenza “meccanica” che conduce ad in modo sostanzialmente errato ad “equiparare l'uomo ad una macchina”, si denota nella concezione nutrizionale delle diete alimentari . Tradizionalmente nel contesto delle conoscenze “meccaniche” si quantifica qualsiasi cibo in termini di “calorie”, senza pensare che di fatto il calore e' una forma di energia degradata, in quanto possiede una bassa capacita di conversione in altre forme di energia che abbiano un valore direzionale, come e necessario nel caso delle trasformazioni metaboliche di un organismo vivente. Il cibo che ingeriamo serve principalmente alla ricostruzione delle nostre cellule e dei nostri organi e quindi delle loro funzioni vitali; tale ricostruzione continua e' indirizzata dalla informazione genetica. Invero la ricostruzione giornaliera del nostro sistema vitale, ha ben poco a che vedere con la produzione di calore , dato che ogni ciclo metabolico (Ciclo di Krebs) serve in sintesi a generare ciclicamente un flusso di elettroni. Pertanto oggigiorno le strategie di dulgazione scientifica di EGOCREANET //ON-OS&A , sono impegnate nel diffondere le moderne conoscenze di “Nutrigenomica”. La “Nutrigenomica” è la scienza che studia come il cibo nella sua trasformazione metabolica sia in grado di intervenire sul DNA, per attivare quei geni che intervengono per impedire che insorgano nell'organismo alcune patologie che conducono a vere e proprie malattie dei vari organi ed anche ad un invecchiamento precoce e malandato. Attualmente le ricerche di “Nutrigenomica” sono solo all' inizio ma le previsioni di successo permettono alla divulgazione e disseminazione scientifica di intervenire per accelerare il cambiamento mentale dalle concezioni meccaniche della alimentazione e quelle del rapporto
tra vita e alimentazione di qualita', il quale favorira' lo sviluppo di quelle nuove concezioni sul rapporto tra alimentazione e salute, che sono divenute di importanza mondiale per la vita sul nostro pianeta.
La ricerca sulla nutrizione sviluppatasi nel quadro delle concezioni meccaniche e quindi della misurazione del cibo in termini di quantita caloriche , ha perduto ogni comprensione della qualita' che caratterizzano gli alimenti in termini di rispondenza alla informazione genetica necessaria per giornalmente ricostruire la vita .
Pertanto la “Nutrigenomica” , pone un problema essenziale di cambiamento mentale che rivoluziona il mostro consueto modo di pensare alla vita dell' uomo sulla base di una falsa ed aberrante analogia di comportamento tra l' uomo- e la macchina.
http://www.dreamstime.com/brain-creativity-image7383646
C) Il cervello e l' apprendimento creativo.
Le attivita di EGOCREANET //ON-NS&A, accennate nelle precedenti tematiche di promozione e divulgazione intraprese , sono sostanzialmente rivolte a evitare errori di prospettiva cognitiva, per lo piu' causati dal mantenere costante il quadro di riferimento scientifico e con esso il punto di vista culturale e cui siamo stati educati. L' apprendimento infatti puo' divenire un condizionamento qualora insegni acriticamente concezioni divenute obsolete, proprio in quanto lontane dalle esigenze di cambiamento contemporanee. Pertanto volendo agire in funzione dello sviluppo creativo delle giovani generazioni dobbiamo far si che i futuri gli uomini e donne non divengano inconsapevolmente schiavi di strutture cognitive del passato che postano in se vecchi e nuovi oscurantismi. Viceversa pertanto dobbiamo imparare a riflettere criticamente sulle conoscenze, esplorando prospettive di sviluppo cognitivo diverse da quelle precedentemente definite nel contesto del “paradigma scientifico e tecnologico” che e stato acquisito storicamente, determinando una “innovazione chiusa sulla logica meccanica” , cosi che' lo sviluppo tecnologico e rimasto sistematicamente incluso nelle logiche di produzione e di sviluppo sociale ed economico della epoca industriale.
La strategia di cambiamento cognitivo denominata di “OPEN INNOVATION SYSTEM” viene
oggi sviluppata dal gruppo trans-disciplinare di ricerca denominato: “Open Network for new
Science and Art”, (in sigla: ON-NS&A) , che si propone di promuovere quelle modifiche
strategiche di mentalità per avanzare nella dinamica dello sviluppo cosciente dell' uomo con il
progetto: “Florentine Renaissance for a New HUMANITY PROGRAM”. (FRN-HumanPr.-)
In particolare possiamo notare come nella societa industriale la innovazione sia stata preferenzialmente nascosta dietro bottoni e chiavette facili da usare, in modo da provocare un nuovo “oscurantismo tecnologico”. Viceversa nel quadro dello sviluppo del (FRN-Human-Pr) riteniamo necessario rivelare ed esplicitare cio' che e stato sotteso e nascosto dalla “tecnologia meccanica”, in quanto la estesa utilizzazione delle “push botton technology ” rischia di divenire un moltiplicatore cieco privo di controllo umano dove macchinari robotizzati sono divenuti capaci di riprodurre qualsiasi oggetto in milioni o miliardi di esemplari creando danni irreparabili ed insostenibili sprechi di un mercato consumistico realmente fuori misura dalle reali possibilita di sostenibilita'. Nella futura societa della conoscenza diviene quindi prioritaria una revisione radicale del modo in cui le macchine sono state progettate e applicate specie a riguardo dello sviluppo delle nuove generazioni di Robot ed Automi.
Purtroppo durante l' epoca industriale la intelligenza umana di chi ha inventato le macchine a stata surclassata da coloro ne hanno sviluppate le applicazioni all'unico scopo di fare affari, agendo con l' obiettivo ancor piu' perverso di trattare da stupido chi le avrebbe usate, proprio per indurre il consumatore all’obbedienza cieca e passiva del mezzo tecnologico, invece di incoraggiarlo a capire come poter adattare modificare e migliorare le macchine alle reali esigenze della vita sul nostro pianeta.
Queste nuove modalita' di scriteriato “oscurantismo tecnologico” , indubitabilmente hanno determinato una profonda difficolta' di comprensione e di controllo del mondo in cui viviamo che prevarica la natura e con essa pesino il naturale sviluppo cosciente del pensiero e della cultura umana.
Solo la musica e l' arte contemporanea di avanguardia sono oggi rappresentative di una nuova frontiera emotiva , che pero' stenta a divenire il prodromo di una razionalita' creativa capace di decostruire il paradigma meccanico dominante, e ricostruire una nuovo modo di pensare necessario allo sviluppo delle scienze della vita. Pertanto il compito divulgativo del gruppo di ricerca ON-NS&A e' proprio quello di integrare l' arte con la scienza contemporanea, per veicolare una rinnovata visione del modo risvegliando e potenziando la naturale creativita' umana dal torpore tecnologico indotto delle tecnologie “push botton”,al medesimo tempo che l' arte stessa si modifica, passando da una pura visione estetica in un mezzo potente
di comunicazione, che sottende un modo di intendere la vita e la sua evoluzione creativa, come gia' aveva sommariamente indicato il “movimento futurista” Italiano agli inizi del secolo scorso.
Concludendo questa breve relazione al PREMIO AGAPE 2009 , sottolineo, senza addentrarmi nei particolari, che oggi e' divenuto strategicamente possibile utilizzare (a seguito degli studi di Ecologia della Mente attuati dal del LRE/EGOCREANET), di una strategia costruttiva di nuovi saperi, per la crescita della societa e della futura economia della conoscenza. Cio risulta sperimentalmente possibile sulla base di un rinnovamento educativo fondato sulla base delle piu' recenti acquisizioni neurologiche del funzionamento cerebrale. Cio permette di dare un nuovo senso alle problematiche ed alle situazioni di sviluppo contemporanee ed aprire la strada a soluzioni innovative e creative, che rimovono le obsolete concettualita' “meccaniche” che hanno informato la societa e il pensiero durante l' epoca industriale . http://sonenvir.at/data/lattice/lattice-raw.png
BIBLIO ON LINE
Ottiche Nuove 1* : http://www.edscuola.it/archivio/lre/ottiche_nuove.htm
http://www.steppa.net/html/scienza_arte/scienza_arte1.htm
Ottiche Nuove II* : http://www.wbabin.net/science/manzelli17.pdf
http://www.steppa.net/html/scienza_arte/scienza_arte2.htm
Rimozione Pregiudizi Cognitivi: http://www.edscuola.it/archivio/lre/precognit.html
Il tempo del Cervello : http://www.steppa.net/html/scienza_arte/scienza_arte15.htm
Immaginario e percezione : http://www.edscuola.it/archivio/lre/immaginario.html
Alimentazione: http://www.edscuola.it/archivio/lre/sicurezza_alimentare.html
Metabolismo: http://www.edscuola.it/archivio/lre/alimentazione_e_metabolismo.pdf
Nutrigenomica: http://www.steppa.net/html/scienza_arte/scienza_arte23.htm
http://www.descrittiva.it/calip/dna/NUTRIGEN_PRSE.pdf ;
Aperitivo e Nutrigenomica: http://www.edscuola.it/archivio/lre/APERITIVO.pdf
Arte e scienza : http://www.edscuola.it/archivio/lre/arte_e_scienza_contemporanea.pdf
Cervello e Musica: http://www.psicolab.net/index.asp?pid=idart&cat=2&scat=16&arid=373 ;
http://www.egocreanetperu.com/cervello_musica1.pdf ;
Development in Africa: http://www.wbabin.net/science/manzelli45.pdf
Sinestesie: http://www.edscuola.it/archivio/lre/apprendere_il_mondo.htm
Sincronie:http://www.webalice.it/binati/manzelli/SimultaneityandSynchronicityinBIOQPHYS.pdf
Africa in Quantum Time: http://www.wbabin.net/science/manzelli60.pdf
Paolo Manzelli – 03/MAGGIO/2009 -FIRENZE

lunes, 9 de marzo de 2009

CONVEGNO CNU-2009-FONDAZIONI_CUBE_UNIVERSITY .

“Ruolo della Università per la innovazione e lo sviluppo della Cube-Economy”
Paolo Manzelli ; pmanzelli@gmail.com ; http://www.egoceanet.it ; http://www.edscuola.it/lre.html
Convegno CNU-2009 – FIRENZE
Abstract : Nel recente passaggio tra la società industriale e la società della conoscenza la innovazione singoli soggetti economici, ma di sistemi territoriali a rete di generazione di conoscenze e sviluppo. Di conseguenza, l'identificazione e l'osservazione delle ricadute che lo sviluppo della ricerca genera a livello economico-sociale, sono al centro di un intensa riflessione economica che si concentra nel focalizzare il nuovo ruolo delle Università nel quadro contemporaneo delle politiche di sviluppo locale in raffronto a quello globale. (Glocale).
− In questo contesto il futuro delle Università Italiana diviene quello di proporsi ed co-organizzarsi con gli altri attori dello sviluppo a dimensione Regionale, per avere un ruolo primario nell’incrementare il dinamismo della trasformazione della tradizionale economia di tipo industriale a quella della futura economia della conoscenza.
− Il nodo del problema di questa transizione di ruolo epocale del rapporto tra Università e Sviluppo , consiste nel superare la vecchia organizzazione delle Università pubbliche che spesso ancora vivono in un mondo chiuso ed autoreferenziale ormai non più consono alle esigenze di crescita socio-economica contemporanea. Infatti il continuo cambiamento del contesto di sviluppo, nel quale si industrializzano paesi precedentemente agricoli, si acuisce la concorrenza internazionale del lavoro sia manuale che intellettuale, si accelera la continua innovazione tecnologica e produttiva. Tutto ciò determina uno scenario socio-economico nel quale divengono essenziali strategie di cambiamento e riprogrammazione strategica a medio-lungo termine, finalizzate ad attuare uno sviluppo organico delle attività di Ricerca e di formazione professionale, nell' ambito di una visione sempre più orientata al futuro, nonché alla capacità di indirizzare l' impresa verso progetti e prodotti e processi di produzione innovativi, orientati ad una gestione, più efficace ed efficiente, delle risorse umane, tecnologiche e finanziarie, complessivamente finalizzato allo sviluppo contemporaneo della società della conoscenza condivisa.
In questo contesto di sviluppo la missione dell'Università Pubblica, cambia sostanzialmente per
assumere il ruolo di catalizzatore essenziale per il progresso e lo sviluppo socio-economico
contemporaneo sia a livello territoriale che internazionale.

− In seguito alle precedenti considerazioni sulle necessità di cambiamento del ruolo delle Università...vedi tutto il articolo pdf: http://www.descrittiva.it/calip/dna/FOND_CUBE_UNIVERSITY.pdf

sábado, 28 de febrero de 2009


“Nutrigenomica : la sfida di innovazione per il sistema alimentare in Toscana "
http://www.descrittiva.it/calip/dna/NUTRIGEN_PRSE.pdf
paolo manzelli - pmanzelli@gmail.com ;http://www.edscuola.it/ ;http://www.egocreanet.it/

Tema : Sviluppo di Piattaforme e sistemi di Gestione di “OPEN INNOVATION” : sostegno al trasferimento bio-tecnologie mediante la qualificazione di centri di competenze.

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“Studio di fattibilita per la costruzione ed il rafforzamento di un polo di innovazione nel settore del trasferimento bio-tecnologico finalizzato a rilanciare il sistema trasversale delle imprese di produzione e vendita di prodotti alimentari in Toscana.”
Foresight.
Lo scenario di foresight in relazione al settore della nutrizione a sostegno del trasferimento di tecnologie bio-tech abilitanti la innovazione e' quello che riguarda lo studio tra le relazioni tra metabolismo nutrizionale e la risposta dei geni che permette di individuare nuove strategie alimentari rivolte ad adottare una politica di sistema nutrizionale, piu adeguata per incentivare processi trasversali basati su modelli di innovazione aperta , intrinsecamente capaci di incentivare e sostenere processi di aggregazione e cooperazione tra ricerca ed impresa adeguate a sviluppare aree di competenze trans-disciplinari e multi-attoriali.
La “nutrigenomica o genomica nutrizionale ” (1) focalizza la attenzione agli effetti salutari dei nutrienti in funzione delle applicazioni delle scienze della genetica e del metabolismo alla nutrizione umana cosi da migliorare le conoscenze trans-disciplinari tra nutrizione e salute Una sana alimentazione infatti e' in grado di attivare i geni che avviano la produzione di proteine (studi di “proteomica”), e delle condizioni che agiscono sul metabolismo funzionale (studi di “metabolomica”) (2) per prevenire che insorgano nell'organismo varie malattie di derivazione alimentare.
La Nutrigenomica pertanto corrisponde ad una sfida di innovazione per il sistema alimentare in Toscana orientata a promuovere effettivi processi generativi di conoscenza integrata e condivisa tra ricerca ed impresa alimentare ed anche a incrementare uno spirito imprenditoriale innovativo.
Il quadro cognitivo “nutrigenomica” diviene pertanto l' elemento centrale di una piu cosciente relazione tra benessere individuale e crescita economica , in quanto la diffusione delle nuove conoscenze biologico-nutrizionali, permette di avviare una integrazione tra produzione alimentare di qualita' e le applicazioni bio-tech per il sistema di innovativo di impresa nel quadro delle relazioni di sviluppo della economia del benessere che sussistono tra Agricoltura, Alimentazione, Ambiente e Salute. (3)
Di conseguenza la “Nutrienomica” e' utile per impostare un equilibrio ottimale tra responsabilita sociale della crescita economico-produttiva, la tutela dell' ambiente e della bio-diversita' nonche' per un realizzare un corretto sviluppo delle risorse alimentari sia rilanciando i settori tradizionali della produzione e vendita agro-alimentare e contemporaneamente dando rinnovato impulso ad attivita di incubazione di settori innovativi come la “Nutraceutica “ (= Nutrizione Farmaceutica).
Nutraceutica e Fitomedicina
Con la strategia di sviluppo della moderna genomica nutrizionale si tende pertanto a valorizzare la strategia cognitiva generalmente denominata “Beyond Prometheus Paradigm” (4) che fa riferimento al nuovo paradigma cognitivo non piu' basato sulla meccanica, che quindi non trova dipendenza dello sviluppo delle fonti di calore. Infatti la nutrizione e' stata fino ad oggi espressa in “equivalenti calorici”, cosi che ogni prodotto alimentare nelle diete e' stato correlato in modo “quantitativo” in termini di “calorie equivalenti “; di conseguenza tale obsoleta concezione “meccanica” non ha favorito una coerente attenzione alla effettiva qualita' nutrizionale del cibo ed inoltre la visione meccanica della alimentazione ha limitato e sottovalutato la comprensione del rapporto tra “gusto e qualita' gastronomica” cosi' come e stato selezionato dalla tradizione della produzione dei cibi tipici Regionali.
Viceversa la “Nutrigenomica” pone in evidenza gli effetti “qualitativi” dei nutrienti e micronutrienti alimentari , proponendosi di prevenire in futuro ogni degenerazione del rapporto tra alimentazione e salute ( obesita', malattie cardiovascolari , cancro , .. ecc... ).
La sfida di innovazione aperta per il sistema alimentare consiste in primo luogo nel incentivare il trasferimento di conoscenze trandisciplinari tra la ricerca genetica e di biologia molecolare ( proteomica, metabolomica ...) particolarmente indirizzare a migliorare le condizioni di produzione in un sistema integrato di ricerca e produzione finalizzato a personalizzare la nutrizione in relazione alla salute e alla crescita della bio-diversita in natura.
Il progetto “nutrigenomica” si propone pertanto di attuare uno studio di fattibilita' per ricercare di comporre soluzioni e processi innovativi complessi, tali che correlino efficacemente i progressi innovativi della ricerca biotecnologica alla valorizzazione dei processi produttivi dell' intero sistema di produzione alimentare ed agricolo, visto come un sistema integrato ( del tipo “CUBE ECONOMY” ) di innovazione e sviluppo economico e sociale nella Regione Toscana.
Prima fase :
Indagine e condivisione dei “Concepts “ ( e cioe delle aree e le ipotesi di intervento ) per per la realizzazione di un “centro di competenze” concordemente considerato dai partners del progetto di valore strategico in campo delle genomica nutrizionale per la competitivita di sistema della filiera alimentare.
L’individuazione dei “concepts” nell’ambito della filiera alimentare seguira' il seguente percorso iniziale di incontri :
si prevede di attuare un Kick-off Meeting, aperto a collaborazioni (a Firenze ,un giorno in data e luogo da stabilire) per aggregare il “Research Driven Trans-disciplinary Cluster di stakeholders” ( collaboratori interessati a collaborare al progetto ) capace di individuare le condividere a strategia di sviluppo del paradigma nutrizionale emergente, basato sugli avanzamenti della Nutrigenomica e piu in generale della Bio-Tech-Research.
Una successiva “Road Map” finalizzata ad ottimizzare una ampia e completa individuazione dei “concepts” cognitivi , (appropriati alla comprensione dello scenario futuro di sviluppo delle aree tematiche della Nutrigenomica e della Nutraceutica, verra’ elaborata sulla base di un seminario trans-disciplinare co-organizzato da vari partners e stakeholders , (in due giornate a Roma entro il 2009) , allo scopo di condividere con il pubblico , una piattaforma per il trasferimento dei “concepts “ innovativi, che fanno parte della emergente sfida di innovazione per il sistema alimentare in Toscana.
L' indagine sui “concepts” vertera' sostanzialmente su “tre tipologie” di sviluppo progettuale per la aggregazione e la capitalizzazione di competenze e di performance innovative :
a) – Area di Ricerca Biotech. - Comprende le aree tematiche riguardanti trasferimento tecnologie abilitanti la innovazione bio-tecnologica finalizzate alla concettualizzazione e disseminazione del nuovo paradigma nutrizionale della “genomica nutrizionale”nonche di quanto riguarda il miglioramento delle qualita' della produzione alimentare e la crescita della biodiversita' mediante la produzione di organismi geneticamente migliorati.
b) – Area di Organizzazione di impresa a Rete - Area tematica di natura economico-organizzativa per la oranizzazione di “virtual enterprises” finalizzate a porre urgenza, per il potenziamento con strategie di condivisione e di sviluppo di impresa a rete integrante ricerca ed impresa, al fine di valorizzare le potenzialità e la innovazione condivisa del sistema di incubazione nella filiera alimentare.
c) – Area di Presidio e potenziamento del Mercato - Area tematica per la crescita del rapporto tra produzione di qualita , in relazione al gusto, alla salute e al benessere. Questa area e orientata a valorizzare e migliorare le condizioni di sostenibilita' dello sviluppo a riguardo delle tipologie tradizionali della produzione e consumo alimentare, cosi come della produzione di prodotti innovativi, finalizzati a migliorare le qualita' nutritive ed organolettiche dei prodotti tipici, mediante l' utilizzazione di “integratori alimentari” e di “cibi funzionali” come supplementi dietetici naturali o di sintesi .
Nota: La suddivisione in tre aree principali di indagine sui “concepts” condivisibili va' intesa come condizione di facilitazione necessaria per organizzare una successiva sinergia tra le tematiche che in una prima analisi vengono considerate come aree separate. Nel proseguimento del programma il dialogo organizzato tra i partecipanti alle tre le sezioni fornira' una convergenza di idee e proposte per la creazione di un POLO della REGIONE TOSCANA sulla NUTRIGENOMICA, quale nuova linea di sviluppo nutrizionale basata sulla aggregazione tra produzione alimentare e ricerca, tale che che risulti in una migliore corrispondenza tra alimentazione e salute.
Seconda fase :
Costituzione del Innovative bio-technology Laboratory per attuare un processo Generativo di Conoscenza nel settore della Nutrigenomica e per la sua divulgazione e disseminazione.
A seguito della aggregazione partecipativa delle competenze organizzate nelle tre aree di sviluppo progettuale, mediante la ricerca di una ampia collaborazione di centri di Ricerca ed Imprese del settore alimentare, questa seconda fase del progetto attuera' una rielaborazione in chiave trans-disciplinare delle conoscenze acquisite, e sara dedicata ad esplorare nuovi strumenti ITC di visibilita e innovazione comunicativa, come si conviene per creare e diffondere nuova conoscenza in ogni caso di risoluzione con la metodologia di “OPEN INNOVATION “ di problemi complessi .
A tale scopo verra co-organizzato dai partners, un Centro di Competenze per il processo Generativo di Conoscenza (Innovative Bio-technology Centre) , finalizzato a attuare sia la capitalizzazione e che disseminazione delle conoscenze , delineate dalle tre aree di competenza. Lo scopo di “Inno-Biotech-Centre” sara quello di organizzare sinteticamente le conoscenze acquisite dal progetto Nutrigenomica, mediante un sistema di “editoria elettronica”, e divulgarle in un apposito portale in internet , allo scopo di ampliare il dialogo e di facilitare la condivisione , la comprensione e la convergenza dei “concepts “ cognitivi e di applicazione ITC in modo da ottimizzare la realizzazione Centro Regionale di COMPETENZA sulla NUTRIGENOMICA
L' “Innovative Biotechnology Centre” si occupera' di implementere, attraverso la disseminazione delle conoscenze ed il trasferimento delle buone prassi , nuovi e/o migliori prodotti e/o processi di Nutrigenomica nei seguenti campi di applicazione delle bio tecnologie appropriate allo sviluppo di componenti bioattive nelle diverse matrici alimentari che rispondono alla domanda crescente di prodotti diversificati e sani che e stata presa in attenta considerazione nel quadro dello sviluppo Europeo della Knowledge Based Bio-Economy .
Green Biotechnology: agricoltura/agroalimentare
Red Biotechnology: medicina/farmaceutica
Blue Biotechnology: marino/acquatico
White Biotechnology: prodotti BT e processi industriali
Grey Biotechnology: rifiuti/energia
Brown Biotechnology: biotecnologia tecnica
Terza fase :
“Governance dell’Innovazione” mediante la organizzazione di un Centro trans-disciplinare di competenze. Strumenti e metodi partecipativi per una Governance interattiva.
L’eGovernment e' da considerarsi lo strumento strategico del progetto “Nutrigenomica : la sfida di innovazione per il sistema alimentare in Toscana” , pertanto verra' attuata una attivita di “Governance partecipata” mediante la realizzazione di un sistema di consultazione e monitoraggio esterno basato sulla organizzazione di una “Virtual Community of Practice” , composta da esperti e consulenti che possa essere garante della reale possibilita di realizzare un sistema di innovazione bio-tecnologica sul tema della Nutrigenomica , e di intervenire con competenza nelle opportune correzioni dello sviluppo del progetto di fattibilita. Il problema di pensare al di fuori degli schemi e delle barriere cognitive alla innovazione (thinking out of the box) necessita infatti di realizzare un sistema di OPEN INNOVATION , capace di aggirare le obsolete convinzioni e dare sviluppo ad un innovativo sistema di comprensione basato su “concepts innovativi e una ampia collaborazione tra gli attori chiave del processo di rinnovamento cognitivo” tale che l' approccio creativo, possa essere condiviso dal pubblico entro un processo evolutivo di democrazia culturale assai esteso.
SWOT – Forze/Debolezze ed Opportinita /Minacce dello svolgimento del progetto.
La crisi contemporanea puo' trasformarsi in opportunita' quando sia la anticipazione della innovazione che la creativita organizzativa e manageriale, permettono di vincere la sfida del cambiamento e quindi di non trovarsi fuori tempo nel rimanere competitivi nel mondo.
Un’innovazione tecnologica si realizza al momento della sua introduzione sul mercato e cio comporta una contemporanea innovazione concettuale , manageriale ed organizzativa che precede la utilizzazione delle conoscenze in processi organizzativo/produttivi nella impresa. Pertanto il rapporto tra punti di forza e di debolezza del trasferimento bio-tech nel settore alimentare, basato sullo nuovo modello della nutrigenomica, ha il suo l' elemento critico principale nella difficolta di comprensione scientifica delle nuove biotecnologie anche all' interno del parenariato; cio' pone con urgenza la esigenza di favorire un ampio rinnovamento cognitivo e tematico trans-disciplinare, quale premessa allo sviluppo delle nuove potenzialità ed opportunita di impresa . Il fulcro di tale sfida si focalizza nella realizzazione del “ Innovative bio-technology Centre” che e' il “cuore” del progetto di fattibilita su NUTRIGENOMICA, pone in essere il superamento di tale criticita cognitiva in modo che il sistema imprenditoriale Toscano , possa progressivamente attuare la transizione del tradizionale sistema alimentare da produzioni a basso contenuto di innovazione bio-tech verso produzioni con una elevata incorporazione di ricerca ed innovazione, in modo tale che permetta di ampliare la varieta' di produzione futura del sistema industriale nel quadro compleso di sviluppo che concerne la relazione tra alimentazione e salute.
Per cio che riguarda la relazione tra opportunita e minacce in relazione al proposta di fattibilita sul tema NUTRIGENOMICA , riguarda gli aspetti di difficolta che si inconttrano ogni qual volta si ha necessita di contribuire alla innovazione nel quadro dello sviluppo di un “pensiero complesso” , sia dal punto di vista teorico che applicativo. Con la Nutrigenomica infatti si apporta una nuova visione evoluta della nutrizione e della qualita dell' alimento, e cio facilmente trova contrasto in una obsoleta visione conservativa e meccanica del metabolismo che e' ancora diffusa . Pertanto si evidenzia la effettiva necessita che il Foresigh progettuale si affianchi ad una capacita di e.govern , che il progetto realizzera mediante una “comunita virtuale di pratica” , capace contribuire e far affermare una nuova cultura alimentare del tipo che abbiamo indicato come era che va oltre Prometeo (Byond Prometeus paradigm). L' e.govern del progetto sara quindi quello che sapra' sostenere la complessita dell' obbiettivo progettuale, avviando una profonda azione di consenso capace di favorire il distacco dalla crisi socio-economica imputabili alla sostanziale conservazione culturale delle obsolecenti modalita di sviluppo.
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BIBLIO ON LINE http://www.innovazione.toscana.it/coalap/pages/240.jsf?idmsg=245
(1)- Nutrigenomica : http://www.edscuola.it/archivio/lre/nutrigenomica.pdf
– Metabolismo: http://www.edscuola.it/archivio/lre/alimentazione_e_metabolismo.pdf
Art of Innovation : http://www.edscuola.it/archivio/lre/art_of_innovation.pdf
Beyond Prometheus : http://www.edscuola.it/archivio/lre/BEYOND_PROMETHEUS_MANAGEMENT.pdf
Vedi inoltre : EU. Nutrigenomics -NUGO : http://www.nugo.org/everyone
http://www.moliseinfiliere.it/contents/documents/pii-made_in_italy-alimentare.pdf
http://www.biotechinitaly.eu/pdfUffici/RubricaGermania.pdf
http://ibridazioni.com/2007/09/25/elementi-teorici-per-la-progettazione-dei-social-network/
Paolo Manzelli pmanzelli@gmail.com ; 28/FEB/2009 FIRENZE.

miércoles, 23 de julio de 2008

Paul Ricoeur: "La constitucion narrativa de la identidad personal"




Imagen: http://www.onlineoriginals.com/showitem.asp?itemID=287&articleID=11



Paul Ricoeur, está considerado como el más alto representante vivo de la fenomenología y es uno de los más importantes y célebres filósofos de nuestra época.

Sus trabajos han contribuido a difundir universalmente el término hermenéutica. Sus escritos cubren un campo muy amplio de temas, desde la historia de la filosofía y la fenomenología, la crítica literaria, metafísica, ética, religión, lingüística y semiótica, ciencias humanas, psicoanálisis, marxismo, y el tema del bien y del mal y conflictos de interpretación.

Ricoeur postula que el estructuralismo y la hermenéutica pueden ser combinados complementariamente para analizar el lenguaje, significado y simbolismo cultural. Atribuye al lenguaje la base ontológica de la comprensión.

- La hermenéutica, referida a descifrar e interpretar textos, concepto que se aplica a los estudios bíblicos, integrar una serie de ciencias, filológicas, lingüística, histórica, etc. Al igual que hace Heidegger (quien retoma el concepto hermenéutica de Dilthey para aplicarlo a su propia investigación).
- El estructuralismo se refiere a la lingüística de Sosseaur, que utiliza los elementos de un sistema gramatical y sus posibles combinaciones.
- La fenomenología se basa en un concepto filosófico existencial. Considera el significado particular de algo en la interpretación activa e intencional y consciente del sujeto que experimenta algo. Trascender es “ser-e-el-mundo”, es decir en relación directa de familiaridad con las cosas y proyectándose en el mundo.

Basándonos en estas premisas podemos ahora analizar el texto de Eduardo Casarotti:
http://www.chasque.apc.org/frontpage/relacion/9905/filosofos_de_hoy.htm
“…Llegado a este punto, Ricoeur va a intentar mostrar como el lenguaje, y en particular la narración, permiten pensar la permanencia en el tiempo característica de la identidad personal. Es porque se desconoce esa doble experiencia del tiempo propia del hombre, que las soluciones dadas al problema de la identidad oscilan sin solución de continuidad entre el fenomenismo de Hume, que no deja comprender la unidad del sujeto y el substancialismo de Aristóteles, que no explica la diversidad de nuestras experiencias. Ricoeur buscará por lo tanto en la narración esa articulación entre el tiempo cósmico y el tiempo fenomenológico. La teoría narrativa de la que se sirve Ricoeur para explorar esta mediación del relato en la constitución del tiempo humano es sumamente compleja y ocupa toda la segunda parte de Tiempo y Narración. Ricoeur bebe en las fuentes de los formalistas rusos –especialmente J.Propp- de la década del veinte y del treinta y de los estructuralistas franceses -Greimas, sobre todo- de los años sesenta y setenta. No es lugar aquí de exponer esta compleja teoría que, por otra parte se encuentra prefigurada, como el mismo Ricoeur lo dice, en la Poética de Aristóteles.

El concepto central, tanto de las teorías narrativas más actuales como en la Poética de Aristóteles, es el concepto de intriga o trama. Intriga en griego se dice mythos, y significa a la vez fábula, en el sentido historia imaginaria, e intriga, en el sentido de historia bien construida. Es este último concepto de intriga, como historia bien construida, que Ricoeur va a aplicar para resolver, como él mismo dice, no de manera especulativa sino práctica, la aporeticidad del tiempo.

Para Ricoeur la intriga no es una estructura estática sino una operación, un proceso integrador el cual sólo se realiza en el lector o en el espectador, es decir, en el receptor vivo de la historia relatada. Al hablar de proceso integrador, Ricoeur se refiere al trabajo de composición, de construcción, de creación en una palabra, que confiere a la historia relatada una identidad que se puede llamar dinámica. Pero ¿en qué consiste ese proceso estructurante de la intriga? Ricoeur lo define de manera muy general como una actividad de síntesis de elementos heterogéneos.
¿Síntesis entre qué y qué? En primer lugar, síntesis entre los acontecimientos y las incidencias que se suceden linearmente en el tiempo, como instantes uno después del otro; y la historia completa y una. La intriga tiene la virtud de construir una historia de los múltiples incidentes que se suceden uno detrás de otro. Justamente la narración no es una simple enumeración, en un orden serial o sucesivo, de los incidentes o acontecimientos, sino una estructuración que transforma esos incidentes y acontecimientos, en un todo inteligible. Se puede lograr una comprensión de esta composición por medio del acto de seguir una historia. Seguir una historia es una operación muy compleja, guiada sin cesar por expectativas acerca de la continuación de la historia, expectativas que corregimos o confirmamos a medida que se desarrolla la historia, hasta que coincide con la conclusión.

Además, por sus características propias, la intriga es una síntesis de lo heterogéneo de una manera más profunda aún, ya que toda composición narrativa tiene la cualidad de entrecruzar las dos clases de tiempo que vimos más arriba: por una parte una sucesión discreta, abierta y teóricamente indefinida de incidentes (una sucesión de instantes, podríamos decir, uno detrás del otro); y, por otra parte, un aspecto temporal caracterizado por la integración gracias a la cual la historia recibe una configuración. En ese sentido, componer una historia, es extraer una configuración de una sucesión. Adivinamos la importancia de esta perspectiva ya que, habíamos visto, el tiempo es para nosotros aquello que pasa y desaparece y, por otra parte, aquello que dura permanece. La historia relatada se convierte así en una totalidad temporal de características muy particulares, que actúa como mediadora entre el tiempo como paso y el tiempo como duración. Si se puede hablar de identidad temporal de una historia es menester caracterizarla como aquello que dura y permanece a través de aquello que pasa y desaparece.
Si aplicamos a nosotros mismos este análisis de la función integradora de la intriga entre los dos tipos de temporalidad, sucede entonces que nuestra vida, abarcada con una sola mirada, se nos aparece como el campo de una actividad constructiva, mediante la cual intentamos, a través de la narración, reencontrar, y no simplemente imponer desde afuera, la identidad que nos constituye. La intriga, por lo tanto, sin solucionar la aporía fundamental de la temporalidad ya vista, construye una unidad dinámica de sentido a través de la diversidad de nuestras cogniciones, voliciones o emociones. "A esta comprensión de sentido la llama Ricoeur "identidad narrativa". Identidad eficaz y real, puesto que se produce en el ámbito de la práctico": "Decir identidad de un individuo ... es contestar a la pregunta ¿Quien ha hecho tal acción? En primer lugar se contesta a esta pregunta nombrando a alguien, estoes, designando un nombre propio. Pero ¿cuál es el soporte de la permanencia de un nombre propio ¿Qué es la que justifica que se mantenga el sujeto de la acción, designado de este modo por su nombre, como el mismo a lo largo de toda una vida que se extiende desde el nacimiento hasta la muerte? La respuesta no puede ser más que narrativa. Responder a la cuestión ¿quién? Tal como había señalado fuertemente H.Arendt, es narrar la historia de una vida. La historia narrada dice el quien de una acción. La identidad del quien no es pues, ella misma más que una identidad narrativa. Sin el auxilio de la narración, el problema de la identidad personal está, en efecto, condenado a una antinomia sin solución: o bien se mantiene un sujeto idéntico a sí mismo en la diversidad de sus estados; o bien se acepta, en continuidad con Hume y Nietszche, que este sujeto idéntico no es más que una ilusión sustancialista, cuya eliminación no deja aparecer más que una pura diversidad de cogniciones, emociones, voliciones".
Esta identidad narrativa escapa por lo tanto a la alternativa planteada al comienzo de esta parte. En ese sentido, permite al agente de aprehender la totalidad de sus acciones como suyas (y no como una diversidad incoherente), en la singularidad de una unidad temporal única y propia, pero que no es la identidad estable e inmutable de la sustancia aristotélica. El concepto de identidad narrativa permite incluir el cambio en la cohesión de una vida. La identidad concebida como lo mismo (idem) se sustituye por una identidad concebida como sí-mismo (ipse). Esta última identidad es conforme a la estructura temporal dinámica que surge de la composición propia de la intriga del relato. Es por eso que el sujeto de la acción aparece como el lector y el escritor de su propia vida.
El agente actúa en el mundo y en el seno de un contexto dado, pero al mismo tiempo, el sentido de su acción sólo le es accesible a través de la lectura de su historia. Es posible ver aquí el aspecto circular, a la vez pasivo y activo, de esta comprensión: en el mismo acto que me comprendo a mí mismo a través de la narración, me construyo. De ese modo, la mediación narrativa, sin dispersarme en una sucesión incoherente de acontecimientos, permite, a su vez, que sea posible rescribir a lo largo de la vida diferentes tramas de mi existencia.


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Texto relacionado al anterior, de Paul Ricoeur:

NARRATIVE IDENTITY AND IPSEITY, By Paul Ricoeur: from Ricoeur's 'Time and Narrative' to 'Oneself as an Other' by Maria Villela-Petit
http://www.onlineoriginals.com/showitem.asp?itemID=287&articleID=11
Two quite distinct studies, on Augustine and Aristotle respectively, introduce the problematic of Paul Ricoeur's great trilogy -- Time and Narrative. The first, focusing on the XIth chapter of Augustine's Confessions, lays out the paradoxes that arise inevitably whenever we attempt to think through our inner experience of time. The other study looks towards Aristotle's Poetics and brings into focus the question of mimesis as the representation of action through the composition of a plot, that is, of a story forming the object of the representation in question, the mimesis.Ricoeur's aim is to reconstruct the mediations required in order to connect the question of narrative with that of time and, in so doing, to establish the central thesis of the work: it is to narrative that the registering of human time is entrusted. In other words, narratives encode, and so preserve, the memory of what deserves to be remembered or, on the contrary, of what was so awful and ignominious in the lives of human beings that forgetfulness would be like a second death for the victims.Human time is then the time of our life stories (or histories), considered either at an individual or at a collective level as the history of our communities. Thus human time is neither the inner time of each consciousness -- which Augustine tried to grasp despite the difficulties he so eloquently expressed and which Husserl sought to describe in terms of its essential structures in his Lessons on the inner consciousness of time -- nor even the cosmic time based on the regular movement of the stars, a time that mankind has always and everywhere been taken note of in order to measure time out in days, months, years -- before clocks made it possible to do the same thing in terms of minutes, seconds and so on.When Ricoeur distinguishes human time both from inner and from cosmic time, what he wants to do is call our attention to the time of human action and suffering. Only in and through the act of telling a story can this time acquire a figure and, in so doing, be preserved from oblivion as 'time passes by'.Narrative is a linguistic construction which mediates between the lived time of consciousness and that cosmic time which is regulated by the stars and which we now measure by mechanical devices. For it is the stars that, in their very indifference to us, enable human activities to be marked by time.Two main kinds of narrative can to be found in our culture. On the one side, we have narratives as 'fiction' which, even if they take their start in real events, depart from reality and present themselves as works of imagination, not being subjected to methodological procedures. On the other, we have historical narratives which, being based on documents and all sorts of factual material, aspire to being objective. But even the latter cannot altogether dispense with the narrative resources of composition. For they appeal to the historian's creative imagination, to his ability to tell a 'story'.It is only at the end of a long and patient exploration in the course of which he seeks to establish the connection between 'the activity of telling a story' and the 'temporal character of human experience'(1) -- without overlooking the epistemological and methodological problems at issue on the historical side (2), not to mention those arising from semiotic and literary analyses -- that Ricoeur is able to elaborate the notion of a 'narrative identity'.As matter of fact, the reader is not confronted with this notion and the questions which it entails until the 'Conclusion' of the trilogy, that is, in the third volume. Moreover, these questions arise out of the very narrative answer given by Ricoeur's work to the philosophical challenge represented by the question of time itself. If there is such a thing as a story, it is because there are people who act and suffer. In other words, story telling makes it be that there is someone who can be referred to when we ask: 'Who has done this?', 'Who has behaved in this way?', or 'To whom did such a thing happen?'This comes down to asserting that an individual or collective entity can only be identified along with and through the act of composing what we call a narrative, be it of the fictive or the historical kind. As Ricoeur states (3) in a condensed formula: 'the story relates the Whom of the action'. Or, as he also puts it: 'the identity of this whom is no other than his narrative identity'(4).At this level, the answer to the question Who? is the narrative itself, which may amount to little more than the use of a few narrative sentences to outline a story. As Hannah Arendt had already emphasised: 'Who someone is or was can only said if we know his or her story, that is his or her biography'(5).To consider the Who-question in such a way has repercussions for the problem of personal identity. This problem was worked out by Locke, to whom we owe one of the first formulations of the question of self identity. It is true that in order to 'solve' such a problem, Locke sought to distinguish two sorts of criteria, those relative to the 'body', and those relative to 'mind'(6). Despite Locke's intention to overcome Cartesian dualism, this distinction merely confirmed the split between mind and body. Or alternatively, it led to sceptical conclusions, as was the case with Hume.The notion of 'a narrative identity' allows one to think through the question of 'personal identity' in a new way, taking into full account the temporal dimension (the temporality) of a being (7) who, by existing with others in the horizon of a common world, is led to transform him (her)self in the course of a life history, that is, who is what he or she is only in the course of becoming himself or herself. This notion also makes it possible for Ricoeur to distinguish two dimensions within the pseudo-unitarian notion of identity: identity as sameness (Latin: idem); and identity as selfhood (Latin: ipse).A self understood as the who of a history (story), the one upon whom the story confers a sort of identity, is a self whose temporalisation shapes itself in accordance with a narrative model.It is precisely this question of selfhood that is addressed as one of the 'Conclusions' of Time and Narrative. And if this question is considered simply and solely in the light of 'narrative identity', it could be said that a question which initially formed only a part of the more general question of narrative identity now becomes the central question of Oneself as an Other, indeed its main concern.It is characteristic of Ricoeur's (8) procedure to take up again as the theme of a new reflection and inquiry what was left over as a sort of problematic 'residue' in a previous work. This does indeed help to explain the thematic succession of his works. Thus, at a certain critical point in its development, Oneself as an Other had to tackle the question of 'narrative identity' from a different point of view. Ricoeur explains this difference in a note to chapter V of that work. If in Time and Narrative Ricoeur's appeal to such a notion was made in order to overcome the dualism between the main kinds of narrative, that is fictional and historical, now narrative identity has to be considered from the standpoint of its contribution to an understanding of the self. As he puts it, referring to Time and Narrative: 'I worked out, then, the hypothesis that the narrative identity, of a person or of a community, would be the place (locus) where one might expect to locate the intersection of history and fiction'. But, as he acknowledges, this aim 'in a certain sense did not allow him to pay due attention to the enormous difficulties linked to the identity question as such'(9).The thesis I hope to develop here in outline is the following: Oneself as an Other shows that selfhood cannot be reduced to a form of narrative identity. And this, because the question of selfhood exceeds that of narrative identity.It is precisely this excess that brings to the fore the ethical dimension of the self, thereby inviting the question: how selfhood is associated with narrative identity, without being absorbed into it. Only on this basis is it possible to do justice to the ethical patterns embodied in the very act of telling a story. To put it otherwise: When we tell a story we inevitably prefer a certain course of action to others, we value one character and devalue another. The axiological neutrality of narrative is not equivalent to ethical neutrality.In addition to this mutual and reciprocal interplay between selfhood and narrative identity, we also have to try to understand why there is no significant reference to Augustine's Confessions in Oneself as an Other, which, as we have seen, provides the material needed to introduce the question of time in Time and Narrative. We might well have expected Augustine's Confessions to play an equally important role here too.Let us leave until later our explanation of this omission and return first to the contribution made to the notion of self identity by that of narrative identity. We have to bear in mind that, for Paul Ricoeur, a 'philosophy of selfhood' is needed to replace the philosophy of the ego, the advantage being that the refusal of the latter makes it possible to dispense with the claim of a transcendental egology to furnish an epistemological foundation for philosophy (10).In opposition to an ego that, in a specific act of reflection, removes itself from the world, the self recognises itself as having been given over to itself, thereby at the same time acknowledging, as fundamental to its very being, its essential passivity (11). In sum, the self understands itself by being open to otherness and affected by it. It follows that, in its own apprehension of selfhood, the self feels itself vulnerable, exposed to others and to those actions of the other by which it is affected, and this whether the actions in question are its own or those done by others. This amounts to saying that this kind of self-apprehension encompasses a temporal experience which schematises itself as a life history. Thus, narrative identity presents itself as the essential structure of human identity and so of human self-understanding.Ricoeur also holds narrative identity responsible for mediating between the two poles of personal identity, the pole of sameness (idem), referred to by what we call character, a set of innate or acquired attitudes and capacities, and the pole of selfhood (ipse), including trustworthiness and faithfulness to oneself, despite all the deviation and transformations which mark the path of life.The latter polarity is the key to what Ricoeur names his 'philosophy of selfhood', where narrative identity ensures a mediation between the two poles (character and selfhood). Character can be the object of a narrative thanks to a narrative identity through which it is referred to the temporal becoming of a particular existence. However, it is only when we return the pole of selfhood that the ethical dimension of a person (its personal identity) can be fully revealed.By remaining true to oneself (with regard to which the crucial experience is that of keeping one's word), the identity of the self emerges in response to the continuous changes which occur in the course of a life, and this in the form of a relation to an other which is constitutive of one very own self. The dialectical relationship involved in being true to oneself also makes it possible for the self to be true to others. As Ricoeur puts it: 'to be faithful to oneself is for a person to behave in such a way that an other person can rely upon him or her'(12).My self-engagement in keeping my word makes it possible for another to trust me, which at the same time assures me of my own internal consistency, of my own identity. The result is not some sort of sticking to oneself by dint of stiffness or inflexibility but rather what is meant by being reliable, responsible.So, for Ricoeur, ethics has its place within a philosophy of selfhood. The corollary of this is the impossibility of reducing ethics to the question of moral obligation, as in a Kantian horizon, where the subject (viewed exclusively from a transcendental point of view) subjects himself to the categorial imperative as the form through which the moral law presents itself to him. Beyond the universality of the moral law, there is the aspiration for a true and good life. Because this could seen as something of a paradox, what now has to be done is to complete the Kantian ethics with an ethics drawn from Aristotle (13).But what does this call for a true life, placed under the sign of the Good and heard within oneself, actually consist in? Ricoeur answers: 'I am called to live well with and for the other within righteous (fair) institutions'(14).This formulation lets us see how each one of us is responsible for developing his own answer to the injunction to lead a good life, a life oriented toward the Good. It is the diversity of our personal answers to this call that explains the variety of those narratives by means of which our life experiences get told. Through them we are confronted with the crises of identity that have affected the self in the past and that can even lead to a loss of self. Some of these crises may be analysed as permanent, as in cases where the self is diluted 'for ever'. Here Ricoeur draws our attention to a type of experience which has been analysed in novels such as Robert Musil's: The Man without Qualities . But the self can also be presented in a multitude of facets, as in the heteronymous works of the Portuguese poet Fernando Pessoa (15). More generally, we have also to consider here cases in which the self is called upon to decide, to decide for him or her self in a radical way. Among those crisis experiences which call the identity of the self in question may also be included radical 'conversion' experiences. Ricoeur refers briefly to such experiences when he mentions 'dramatic transformations in personal identity', adding: 'Innumerable narratives of conversion attest to these obscure nights of personal identity'(16).To be sure, the conclusions drawn above are developed in a context which makes no reference to Augustine's Confessions. But for this very reason they invite the question: How is it that Oneself as an Other , a text in which narrative identity is intimately connected with the question of the self, does not make reference to Augustine's work? In other words, what led Ricoeur to avoid mentioning this paradigmatic work?Admittedly, much of the eloquence of Augustine's is due to the fact that this text was taken as a point of departure by such great representatives of philosophical hermeneutics as Dilthey, (from whom in particular Ricoeur borrows the notion of the coherence of a life [Zusammenhang des Lebens] ), who saw in it an inaugural work in the long Western tradition of spiritual biography. Despite the ironical distance assumed by the author, such a tradition is still present in James Joyce's . In the Confessions, in which 'one life is gathered together in narrative form', we find a significant inter-relation between the elaboration of narrative identity (a narrative in the first person) and the question of selfhood, that of the author , Augustine, Bishop of Hipona. By confessing before God and communicating this confession to others, regarded as brothers, Augustine seeks to edify these others. The Confessions tell the story of the author. Presenting himself initially under the theological concept of sin, Augustine shows how, with God's grace and after long hesitation, he is able eventually to undergo this remarkable mutation we call a conversion. Thus the Confessions narrate the constitution of a converted self and deal with the meaning a self is able to confer upon him(her)self, that is, upon his(her) own existence considered as gift received from Another, more specifically, from a transcendent Other. The aim of the Confessions is then to enable the human creature to recognise itself as being loved and so to be able to respond by love to this Love by whom and through whom it is called into being.Why then did Ricoeur not undertake to analyse the Confessions in the context of Oneself as an Other, along much the same lines as those adopted in the 'introduction' to Time and Narrative?A first answer to this question has to do with the perspective adopted by a work such as Oneself as an Other. As the title itself suggests, the otherness in view here (note the indefinite article 'as an other') is not a transcendent otherness.Indeed in Oneself as an Other, Ricoeur deals with the meta-category of otherness under three main heads: the world's otherness, the otherness of an other person (as an ego like myself), and the otherness of the self to him(her)self. The latter otherness is one which is inherent to the self: either the self of the body or that of consciousness, as implied in expressions like the 'voice of conscience', 'a matter of conscience'.Moreover, it is worth noting that in One self as an Other, Ricoeur does not undertake Case Studies like those developed in Time and Narrative -- with the sole exception of Sofocles' Antigone (where the analysis is printed in italics) which is used to illustrate the 'tragedy of action' and which provides a transition from the question of the moral norm (Kant) to that of practical wisdom (Aristotle) in the constitution of the self. In Oneself as an Other he only take into consideration works whose conception and argumentation are clearly philosophical in character. The work starts with a semantic approach to identifying reference, then takes on a semantic and pragmatic investigation of action before finally raising the question of narrative identity and selfhood. Thus, as it progresses, it moves in the direction of an ever more complete recognition of the ethical dimension of the ipse, of the self.Had Ricoeur decided to let the Confessions play an important part in his reasoning, it would have been difficult for him to maintain a rigorously philosophical approach, that is, one not coloured with theological preconceptions. Thus, the absence of that work from Oneself as an Other can be explained by the need to distinguish a philosophical from a theological approach and this with a view to preserving the integrity of the 'philosophy of selfhood' and granting real autonomy to its ethical implications.As matter of fact, Ricoeur had already made this point when he explained why he excluded from publication the last two of a series of lectures given at Edinburgh under the auspices of the Gifford lectures (17) and which were seminal to Oneself as an Other. The two lectures so excluded made appeal to biblical hermeneutics and to Ricoeur's deeply felt religious convictions, and so went beyond the limits of a strictly philosophical enquiry.Notwithstanding, the question of the self seems to call for a more open horizon than any that can be kept within philosophical bounds. Ricoeur himself would not have denied such a claim. If we take into account one of his recent writings, entitled Love and Justice (18), first printed in a bilingual edition in Germany, we should add that it is precisely the elaboration of a philosophy of selfhood, together with its ethical dimension, that allows for a meta-ethical relationship to the other. It is this meta-ethical dimension that is implied by the experience of love, mainly the experience of God's love, which represents the summit of the selfhood experience in Augustine's Confessions.The question of love, and above all of God's love (that love which motivates the writing of the Confessions) can not be forced into the mould of a strictly ethical analysis. Even though, in Love and Justice, Ricoeur is primarily concerned with an ethical analysis, the expression of love inevitably relies upon poetical language. We should never forget that in the Confessions the self that confronts God composes and sings hymns of praise (laudatio) and thanksgiving. Moreover, from God's love, more particularly that love revealed in the person of Jesus Christ, comes the new commandment: to love one's enemies. Referring to the way in which this commandment is formulated in the Gospel according to St Luke (VI, 27) and drawing a comparison with the 'imperative' to be found in the Song of Songs: 'Love me!', Ricoeur comments as follows: 'The commandment to love one's enemies is not enough in itself. For it forms part of a broader disposition to give, a gift of oneself which finds expression in other ways than simply furnishing an incentive to action, to act'. And he adds: 'The gift of oneself circumscribes ethics from all sides'(19).But to think this superabundant wealth, it is necessary to have firmly established the ethical domain in advance and this in order that the love-question not be dissolved into a sort of infra-ethical sentimentality. That was Ricoeur's lesson in Love and Justice.Herein lies the reason why Oneself as an Other was relatively reticent on those last questions. But this does not make it impossible for the selfhood-question to be worked up and thematised in a configuration in which giving, the gift of oneself, prevails.It is worth adding that the placement of the self in such a configuration entails a number of transformations which have to be borne in mind. For the crucial experience would now be that of the self's own nakedness, its humbleness, its nothingness. Hence, the quintessence of action would be the non-action of contemplation and receptivity. Only through just such a genuine dissolution and destitution of the ego could the self be fully restored to itself by God, acknowledge itself as being a creature among the other creatures of this very same God.However, the charity nourished by this kind of experience would not undermine but, on the contrary, reinforce the 'Golden Rule' -- characterised by its reversibility. For the feature of the 'Golden Rule' which particularly interests Ricoeur is that which is inscribed in a logic of equivalence and reciprocity rather than a logic of superabundance. And as he points out, one of the most compelling formulations of the 'Golden Rule' is to be found in Luke's Gospel (VI, 31): 'Do unto others as you would have them do unto you'.It would take us too far out of our way to tackle the question of the tension between the Golden Rule and the 'new' commandment (the commandment of love), a tension examined in some detail by Ricoeur in his essay 'Love and Justice '. However, in the light of what has been said thus far, we are in a position to conclude that the approach adopted in Oneself as an Other, an approach which concentrates on the question of the intrinsic constitution of the self, excludes neither the experience of love nor the relationship established between the self (ipse ) and God. What becomes clear in the light of these analyses is that both of these two experiences of love (love of another self/ love of God) require an approach different from that adopted in Oneself as an Other. For, by starting out from action, the latter inevitably privileges the ethical dimension of selfhood at the expense of the affective and the mystical.To conclude, one of Ricoeur's great achievements in Oneself as an Other is that he refused to allow the question of the constitution of the self to be inscribed in an ontological frame of reference which would make it impossible for him to bring out the ethical dimension. Heidegger's attempt to deal with the self (Selbstheit) in Being and Time could be criticised along precisely these lines. Taking as his point of departure, human action (which is itself never ethically neutral), Ricoeur's hermeneutics of the self not only led him to a conception of narrative identity as forming an essential part of self-understanding but also to a recognition of the relation of the self to an other, a relation intrinsic to the very constitution of the self (20). In so doing, his hermeneutics was able to bring to light an ethical dimension of the self fundamental to the being of every human being as a person. By stamping the self with so markedly ethical a seal, Oneself as an Other operates a major transformation of the Hermeneutics inherited from the German tradition, thereby making it more consonant with the reflexive tradition of French philosophy and its more pronounced emphasis upon the ethical dimension -- as it is evident in the work of Jean Nabert, whose thinking exercised a considerable influence upon Ricoeur's own development as an original thinker. NOTES1 These are the terms employed by Paul Ricoeur himself to formulate the programme of enquiry undertaken in the Trilogy. .2 Cf. our study : ' D'Histoire et Vérité à Temps et Récit: la question de l'histoire' ('From History and Truth to Time and Narrative': the question of History'), in Paul Ricoeur: Les Métamorphoses de la raison herméneutique, edited by Jean Greisch and Richard Kearney, Paris, Cerf, 1991.3 Paul Ricoeur, Temps et récit (Time and Narrative) III, Paris, Seuil, 1987, p.355.4 Cf. Hannah Arendt, The Human Condition, 1958.5 As for the impossibility of such a dichotomy in the final instance, see our essay: 'Le soi incarné Merleau-Ponty et la question du sujet' ('The incarnate self -Merleau-Ponty and the question of the subject') in , edited by François Heidsieck, Paris, Vrin, 1993.6 In the chapter entitled 'Personal Identity and Narrative Identity', Ricoeur introduces the problem of personal identity by noting that 'it is only through (or in) the temporal dimension of human existence that it (personal identity) can be shaped.' (Soi-même comme un autre, p.138)7 See Ricoeur's own statement in his: 'Answer' to John Thompson's 'Introduction' to some of his essays translated into English by J. Thompson, under the title : Hermeneutics & the Human Sciences, 1981, p.32.8 Soi-même comme un autre, p.138-139.9 As Ricoeur puts it: 'the hermeneutics of the self' stands opposed to 'the foundational ambition that characterises any philosophy of the Cogito'.10 In support of Husserl, it might be said that his transcendental egology does not obliterate (or set aside) the receptivity of the Ego: the ego does not put itself into being. Thus Husserl too fully acknowleges the passivity underlying all human activity. 11 Soi-même comme un autre, p.195.12 The ethical sections of 'Oneself as an Other' in fact fall into two groups: 'Le Soi et la norme morale' (the eighth study oriented towards Kant) and 'Le soi et la sagesse pratique: la conviction' (the ninth study, which takes Aristotle's ethics as its guideline).13 Soi-même comme un autre, p. 202.14 See my essay 'Le sujet multiple et le soi, le de Fernando Pessoa', in Autour de la poétique de Paul Ricoeur, edité par R. Célis et M. Sierro, Lausanne, Etudes de Lettres, 1996/3-4.15 Soi-même comme un autre, p. 197.16 For his explanation of the exclusion of these two lectures, see the end of the Preface to: 'Oneself as an Other'. The excluded lectures are named here as: 'The self in the mirror of the scriptures' and 'The mandated self'.17 Paul Ricoeur, Liebe and Gerechtigkeit (Amour et Justice), Tübingen, J.C.B. Mohr (Paul Siebeck), 1993.18 Ibid, p.42-43 (French), p.43, 45 (German). 19 This question, which is only touched upon here, is treated at great length by Ricoeur in 'Towards what ontology?', that is, in the last chapter of 'Oneself as an Other'.

lunes, 16 de junio de 2008

Proposta di  Incontro- Progettettuale


“SCIENZA - ARTE : CONTAMINAZIONE NARRATIVA e TEATRALE”
Proposta di Incontro- Progettettuale
Paolo Manzelli - pmanzelli@gmail.com





Sintesi dell’iniziativa e obiettivi specifici : EGOCREANET, http://www.egocreanet.it/ , e collaboratori del gruppo ON-NS&A , organizzeranno per la settimana della Scienza del Marzo 2009, un programma dibattito ed incontri sul tema “SCIENZA - ARTE : CONTAMINAZIONE NARRATIVA e TEATRALE” , che si terra nel quadro delle manifestazioni internazionali dell’anno in cui ricorre il quarto centenario della composizione del Sidereus Nuncius (1609), di Galileo Galilei. http://www.egocreanetperu.com/galileo2.htm
Infatti la lungimiranza e quindi la attualita’ di Galileo consiste non solo nella osservazione astronomica capace di cambiare la visione del modo a lui contemporaneo, ma inoltre, nell’ aver ideato le modalita’ ancora oggi decisive, adeguate a favorire la condivisione della innovazione scientifica in relazione al contesto culturale nel quale l’ innovazione cognitiva viene condivisa dalla gente, mediante la narrazione ed il dialogo. Ricordiamo infatti come “Dialogo sui Massimi Sistemi”, pubblicato a Firenze (1632), sia stato impostato come discussione tra tre attori Salviati ,Sagredo e Simplicio, creati dalla fantasia di Galileo.
Partendo da tali rimembranze il suddetto Progetto di dialoghi ed incontri verra’ finalizzato a condividere modalita’ di espressione innovativa in relazione al tema : SCIENZA//ARTE: CONTAMINAZIONE NARRATIVA e TEATRALE . In tale prospettiva abbiamo inizialmente recentemente sperimentato presentando al pubblico tale strategia di contaminazione tra Teatro e Scienza , finalizzata a moltiplicare l’ attenzione alla cultura scientifica partendo dalle piu’ radicate tradizioni Galileiana , con l’ opera intitolata : “DIALOGO sui Massimi Sistemi Contemporanei” (http://www.egocreanet.it/ – Poggibonsi (SI) il 01/Giu/2008, realizzata con la collaborazione del Festival “Libera Tutti” organizzato dalla associazione Nausika : http://www.narrazioni.it/.)

Descrizione sintetica della iniziativa e due giornate del Convegno e del Progetto Strategico per la Diffusione trans-disciplinare di Scienza ed Arte Contemporanea

Il Progetto + Convegno in 2 Giornate (05/06/2008) sul tema: “SCIENZA - ARTE : CONTAMINAZIONE NARRATIVA e TEATRALE” sara’ indirizzato a favorire la condivisione e lo sviluppo della cultura scientifica, coniugando scienza ed arte come e’ stato congeniale nella radicata tradizione del Rinascimento Fiorentino .Tale tradizione oggigiorno assume un nuovo rilievo strategico per migliorare la formazione e l’ impegno culturale e scientifico dei giovani e dei cittadini tutti ,nel favorire un ampio e duraturo impatto della scienza e della innovazione sul tessuto sociale e produttivo del territorio ,rafforzando contemporaneamente il ruolo internazionale per Firenze e la Toscana. Vedi promozione internazionale della iniziativa in : (http://www.wbabin.net/manzelli4.pdf)

Le attivita progettuali prevedono la apertura e attuazione di un aperto Dialogo-in rete che verra' attuato nell’ambito di una attivita’ quadrimestrale (Gennaio – Aprile 2009) promosso da EGOCREANET/ON-NS&A mediante web - liste di discussione e blog .
Il dialogo “ON-LINE” sara' la premessa al seminario organizzativo (Open Day) si terra’ in presenza del pubblico , ( 05 marzo 2009) nel quadro delle iniziative per la Settimana Nazionale della Scienza –( sede: Museo di Storia Naturale della Universita di Fienze (Sala degli Scheletri- in Firenze) .
Il Successivo Convegno (KEY MEETING) si terra' il /06/-Marzo 2009, c/o L' Aula Magna del Polo Scientifico di Sesto F.No in via Bernardini 6), avra’ come specifico obiettivo, la presentazione delle strategie di divulgazione attualmente ritenute piu’ consone per favorire la crescita del settore delle produzioni ad elevata affidabilita’ ed impatto ambientale, basate sugli sviluppi delle ricerca Scientifica e Tecnologica ( nano- e bio tecnologie, robotica, intelligenza artificiale, ecc) , proprio al fine di rafforzarne la catena del valore aggiunto, con il decisivo contributo proveniente dalla condivisione sociale ed culturale facente seguito alla disseminazione e divulgazione delle cognizioni scientifiche che sono alla base delle nuove attivita’ produttive e di comunicazione innovativa.


- SCOPI specifici del DIALOGO SUL TEMA della CONTAMINAZIONE TRA SCIENZA ed ARTE.

Particolare attenzione in tale contesto sara’ data allo studio ed alla disseminazione delle migliori pratiche esistenti a riguardo della contaminazione tra scienza arte e narrativa teatrale finalizzate a :

- 1) realizzare le forme comunicative multimediali capaci di trasmettere concettualita' scientifiche avanzate con modalità espressive e comunicative trans-disciplinari , accessibili, attrattive e motivanti il pubblico.
- 2) selezionare e promuovere strategie di disseminazione virtuale di esperimenti mentali curiosi ed affascinanti, troppo spesso trascurati a causa di pregiudizi relativi ad una presunta difficoltà di comprensione di modelli di pensiero scientifico che presentano complessita’ interpretativa.
- 3) Sviluppare criteri e metodi di narrativa teatrale ed animazione di percorsi formativi adatti a stimolare la attenzione e la curiosita’ e le emozioni degli studenti sul futuro della scienza nel quadro dello sviluppo della società della conoscenza
- 4) Incoraggiare il dialogo tra i cittadini al fine di promuovere una loro cittadinanza attiva ,selezionando e divulgando le loro idee in proposito delle sfide chiave nelle quali la scienza ha una ampia ripercussione sulla qualita’ della vita futura.

ARTICOLAZIONE delle FASI DI ATTIVITA’ Quadrimestrale ( 01-Genn – 30 Aprile -2009 )

Comitato Organizzatore : Paolo Manzelli , Bruno Nati , Linda Giannini - (EGOCREANET)

Comitato Promotore: Antonio Bianchi, Vincenzo Schettino (Dip.Chimica UNIFI); Dante Gatteschi (INSTM);Giovanni Pratesi (Pres. Museo di Storia Naturale UNIFI) ; Stefano Turillazzi (Dip. Biol.Evoluz.UniFi) , Federico Batini (Ass.Nausika); Maria Rosa Menzio -(Teatro e Scienza); Massimo Pregnolato ( Quantum-Bio-Net) ; Massimo Gallorini (Arte e Co.Scienza), Roberta Pinzauti (Teatroimpresa)
Incontri Oranizzativi: Venerdi 16 Gen./ 2009 I* Incontro del Comitato dei Partner ON-NS&A (*) organizzato da EGOCREANET , per la Definizione di un apposito Dialogo ON –LINE , tramite WEB-Site e di un Forum di Discussione e di una Newletter (12-persone rappresentanti di ciascun partner afffiliato) - Lunedi 16/FEB/2009 Pre-riunione organizzativa del comitato promotore ed organizzatore per la definizione delle relazioni al Open Day ed al KEY Meeting in Presenza (2-giorni) -organizzato nel quadro delle iniziative par la Settimana Nazionale della Scienza 2009
Seminario: Primo Giorno data; 05/Marzo/2009 “Open Day” - si svolgera nella Sala degli Scheletri –Museo della Specola via Romana 17 (Firenze) - l' incontro sul tema : “SCIENZA - ARTE : CONTAMINAZIONE NARRATIVA e TEATRALE” , precedentemente descritto nelle sue linee generali. In tale “Open Day” verranno analizzate le prospettive di sviluppo di un movimento culturale di Scienza ed Arte .
Convegno : Secondo Giorno “KEY-MEETING”: 06/Marzo/2009 ; c/o AULA MAGNA POLO Scientifico di Sesto F.no (FI) in Via Bernardini 06: Relazioni e Dimostrazioni sul tema SCIENZA - ARTE : CONTAMINAZIONE NARRATIVA e TEATRALE e successiva riflessione strategica e manageriale vista in relazione delle esigenze di mettere a fuoco in modo puntuale le successive iniziative del Partenariato ON-NS&A , per gli anni 2009/2010, valutandne le ricadute in termini di cost- benefici scientifici e culturali dell’ intera progettazione promozionale della integrazione creativa tra scienza ed arte. ( previsti - 100 partecipanti)

Incontri Programmatici: Giovedi 16 Aprile 2009 , II* Incontro del Comitato del Comitato dei partners ON-NS&A organizzato da EGOCREANET allargato a nuove presenze , (Previste 15 persone) e nuova valutazione della progettazione vista anche in funzione delle scadenze dei Bandi Europei ed Internazionali sul tema Scienza e Societa’ della Conoscenza : Creativita ed Innovazione.
Lunedi 30 Aprile Riunione del Direttivo della Associazione EGO-CreaNET per la Chiusura del Progetto e predisposizione della relazione e del Bilancio finale Economico e culturale, ed infine per attivare una ampia comunicazione e divulgazione dei risultati. (5-Persone) .
Numero e caratteristiche dei destinatari del Incontro Progettuale
I destinatari del Progetto EGOCREANET/ON-NS&A sul tema - SCIENZA - ARTE : CONTAMINAZIONE NARRATIVA e TEATRALE”, sono preferenzialmente i cittadini tutti , ed in particolare gli studenti ed i docenti delle scuole ed i ricercatori delle Universita’ Pubbliche e Private e i manager delle Imprese del territorio Regionale Toscano ( Numero partecipanti previsti : 100)
- RISULTATI ATTESI- Il Progetto EGOCREANET/ON-NS&A propone per l' anno Internazionale Galileiano (*) di aggregare quanti riterranno di essere interessati a promuovere in Progetto trans-disciplinare di contaminazione tra “scienza arte”, nel quadro di una programmazione di iniziative di TEATRO-SCIENTIFICO. Il principale risultato atteso e’ pertanto sara’ la co-organizzazione di una impresa di network cooperativo, al fine di progettare iniziative di condivisione e sviluppo dei saperi tra scienza e societa’ , anche allo scopo di formare attori creativi capaci di elaborare e promuovere geniali soluzioni culturali e scientifiche, che accomunino la produzione di settori avanzati (bio-tecnologie, nanotecnologie, innovazione scientifica e culturale e gestione della comunicazione , ecc..) , mediante la progettazione di attivita' socio culturali multimediali in forma di Teatralizzazione della Scienza ed dell' Arte , da estendere ad un confronto internazionale in modo che possano divenire Scienza ed Arte complementari allo sviluppo duraturo dei sistemi di produzione nella economia del sapere. Infatti come risultato finale il Programma EGOCREANET/ON-NS&A intende contribuire a stimolare la creatività e la capacità d'innovazione in Toscana ma anche a livello Nazionale ed in Europa in modo da co-organizzare un programma pluri-annuale di iniziative sul tema “SCIENZA - ARTE : CONTAMINAZIONE NARRATIVA e TEATRALE” di livello Territoriale/ Nazionale ed Europeo , entro un comune impegno programmato specificatamente al fine di favorire lo sviluppo della societa’ della Europea della conoscenza .
- (*)- N.B. : L'anno 2009 è proclamato dall' UNESCO anno Galileiano e dalla Comunita Europea "Anno europeo della creatività e dell'innovazione".Vedi: http://eacea.ec.europa.eu/citizenship/index_en.htm
P.S. - Si ricercano nuove adesioni e collaborazioni : Firenze 16/Giu/2008